GhostPaint mette da parte il classico Tilt Brush e si presenta come nuovo strumento VR per disegnare in città e con la vernice spray.
L’applicazione GhostPaint permette di creare graffiti su muro, senza il rischio di essere fermati dalla polizia, perché è tutto virtuale.
L’idea dell’applicazione VR deriva dalla passione dell’artista designer di videogiochi Shane Caudle, ed è il suo primo progetto VR.
Con GhostPaint i tag non sono realizzati su un edificio pubblico, ma utilizzando HTV Vive direttamente in casa propria.
GhostPint è stata sviluppata da Epic Games, la stessa compagnia che sta dietro ad Unreal Engine. Per adesso è disponibile solo in versione beta ed è la risposta di Epic Games a Tilt Brush di Google, la app VR che permette di dipingere nell’aria. L’opzione di poter dipingere nell’aria sarà disponibile prossimamente, per cui nella versione beta un muro è l’unica possibilità di supporto su cui dipingere, tramite aerografo, utilizzando stencil o verniciando liberamente tramite bomboletta spray.
La possibilità di cambiare la personalizzazione degli strumenti o dei colori è possibile grazie ad un menù galleggiante nell’aria. Per le interazione vengono usate entrambe le mani, un approccio che sembra più fisicamente naturale rispetto all’utilizzo di un mouse o un trackpad classico da un computer usato quotidianamente come interfaccia tecnologica. Dopo aver realizzato il graffito è anche possibile realizzare un’immagine in 4K del proprio lavoro e caricarla su Instagram.
Questo approccio fisico con la tecnologia rende l’interazione con l’interfaccia molto naturale, e da quasi la sensazione di di avere in mano una vera bomboletta spray.
GhostPaint è un’applicazione molto meno intuitiva di Tilt Brush. Quest’ultima infatti è utilizzabile da chiunque in modo semplice e veloce, mentre per GhostPaint è necessario leggere le istruzioni per l’uso prima di poter iniziare a dipingere, anche se il modo più efficace per imparare a usare l’applicazione e utilizzarla fino a che tutto diventa chiaro.
Forse però il vero problema dell’applicazione sta nel senso concettuale dell’operazione, il senso di “fare graffiti”, che si perde nella simulazione virtuale. L’aspetto più importante del mezzo, la deriva contro-culturale del graffissimo, viene rimossa dalla realtà virtuale. Il classico graffissimo e l’illegalità sono due concetti che vanno a braccetto, con l’intenzione di provocare la società e il rischio di essere arrestati in ogni momento.
Detto ciò chiunque abbia la possibilità di provare GhostPaint con HTC Vive dovrebbe farlo, l’applicazione è solo all’inizio e può solo che migliorare. Anche se il VR è ancora un mezzo troppo giovane per poter fare concorrenza ad un software come Photoshop, GhostPaint potrebbe davvero fare concorrenza a TiltBrush, una volta maturata. Proprio perché non è ancora chiaro dove si possa arrivare con queste applicazioni, ma le potenzialità sono interessanti, c’è bisogno di sempre più aziende che investano denaro e nuove idee in contenuti VR.
Fonti: https://techcrunch.com