La Realtà virtuale per sconfiggere le fobie

Un soldato mentre usa “Bravemind” una terapia VR (Photo: USC Institute for Creative Technologies)

La realtà virtuale  è stata ritenuta efficace come terapia per il trattamento di fobie e dei disturbi PTSD.

La tecnologia della Realtà Virtuale può costituire una componente efficace del trattamento medico di fobie e disturbi post-traumatici da stress (PTSD) di veterani di guerre o in altre condizioni critiche di salute mentale. Queste conclusioni sono il risultato delle ultime ricerche pubblicate qui da Harvard Review of Psychiatry.

La “Terapia basata su esposizione VR” (VRE) si è rivelata efficace nel trattamento dei disturbi di panico, schizofrenia, delle dipendenze (compresa la dipendenza da fumo), del disturbo sociale, della claustrofobia, dell’agorafobia (la paura degli spazi aperti), del dolore cronico, e di disturbi ossessivo-compulsivi.

La Realtà Virtuale consente agli utenti di sperimentare un coinvolgente senso di presenza. Le informazioni sensoriali vengono fornite attraverso dispositivi di interfaccia personalizzati, che tracciano i movimenti della testa in modo che dia sensazione di naturalezza dell’immagine e contribuendo al senso di immersione. La terapia VR permette il controllo della simulazione sensoriale da parte del terapista ed è risultata essere un trattamento conveniente anche dal punto di vista economico.

Il resoconto della rivista si basa sull’efficacia del trattamento VR per vari disturbi spichici, in particolare modo quelli basati su disordini di ansia.

iPhone, sistema terapeutico VR che include apposite app. photo: Virtually Better, Inc.
iPhone, sistema terapeutico VR che include apposite app. photo: Virtually Better, Inc.

Gli esperti raccomandano la Realtà Virtuale nei trattamenti psichiatrici, stanno discutendo sugli utilizzi futuri del mezzo nella ricerca clinica.

Come ha affermato Jessica L. Maples-Keller, PhD dell’università della Gerogia, la realtà Virtuale consente di “creare situazioni generate dal computer in un ambiente sotto controllo, che possano essere utilizzate per creare un senso di presenza o una simulazione del contesto temuto dagli individui affetti da disturbi d’ansia”.

Un esempio emblematico è l’esposizione progressiva di pazienti con fobie specifiche, come la paura di prendere l’aereo, o altre situazioni spaventose.

Queste esperienze virtuali  includono otto passaggi, passando dal terminal di un aeroporto al volo stesso durante un temporale con turbolenza, comprendendo stimoli specifici legati alle fobie (come la chiusura della cabina). Il paziente può così sperimentare virtualmente le esperienze che teme senza salire su un vero volo. La VR può simulare situazioni che sarebbero troppo costose o impraticabili da ricreare nella vita reale, come condizioni di un combattimento, o per controllare e “dosare” gli aspetti specifici dell’ambiente. Un sistema VR includerà un display a visore, un computer con piú monitor, uno per l’interfaccia VR e uno per la posizione del paziente nello spazio reale. Finora la ricerca delle applicazione VR ha avuto parecchi limiti, includendo un numero abbastanza limitato di pazienti e pochi gruppi di confronto. Gli istituti di assistenza sanitaria mentale hanno bisogno di formazione specifica.

L’autore principale del giornale, Barbara O. Rothbaum, ha reso noto un finanziamento per il progetto da parte di Genentech and equality in Virtually Better Inc, che crea prodotti in realtà virtuale.

Fonti:
http://journals.lww.com
http://www.virtuallybetter.com/
https://vimeo.com/