Hello, we’re from the internet: l’esibizione AR sparsa per il MoMA

Una visitatrice del MoMA mentre sperimenta la app MoMAR. Image- MoMA

“ Hello, we’re from the internet ” è un progetto artistico in Realtà Aumentata che ha invaso il MoMa di New York.

Image: MoMA
Image: MoMA

Senza chiedere il permesso, un collettivo di otto artisti, ha “occupato abusivamente” la sala dedicata a Jackson Pollock del MoMA a New York, con la mostra in Realtà Aumentata “ Hello, we’re from the internet ”. Tramite la loro esibizione, questo collettivo, che si definisce “MoMAR”, vuole fare una dichiarazione contro l’esclusività tipica del mondo dell’arte contemporaneo.

Grazie alla tecnologia della Realtà Aumentata, gli otto artisti hanno sovrapposto le loro opere su sette dipinti di Jackson Pollock. Scaricando semplicemente la loro app MoMAR, chiunque abbia un o smartphone può vedere il loro lavoro. Gli artisti che hanno partecipato all’operazione sono Sarah RothbergGabriel Barcia-Colombo, Tara Sinn, la danese Louise Foo, l’islandese Harald HaraldssonScott GarnerDavid Lobser, ed in fine Damjanski.

Il gruppo di artisti intende far permanere la mostra per tre mesi, rivendicando letteralmente lo spazio, senza preoccuparsi delle possibili ritorsioni da parte del museo.

Image: Mack DeGeurin
MoMAR Exibition. Image: Mack DeGeurin

“La nostra idea principale è quella di democratizzare gli spazi aperti”, ha detto alla rivista Vice Danjan Pita, uno degli artisti. “Essere aperti al pubblico è un po’ ironico perché c’è ancora un’élite che definisce ciò che è aperto al pubblico”.

Questo venerdì, il 2 marzo, gli artisti hanno raggiunto il quinto piano del MoMA due ore prima della chiusura. Il museo, che in quei giorni distribuiva biglietti gratuiti, era pieno di visitatori. Mentre la maggior parte dei visitatori nella sala dedicata a Pollock erano presenti per vedere l’arte originale dell’artista impressionista astratto americano, una manciata di persone ha sollevato i telefoni verso i dipinti e usato l’app MoMAR.

 

 

Come ha dichiarato il collettivo sul loro sito web, se capiamo che l’arte è la grande misura della cultura, è necessario ammettere che è di proprietà, valutata e definita da un’élite di persone. “Dobbiamo anche riconoscere che il termine ‘aperto al pubblico’ non è un invito, ma una dichiarazione di valori. Valori che non sono nostri”.

Gli artisti sono riusciti a mettere la loro app su Google Play Store, ma l’App Store di iPhone non ha accettato la loro operazione in tempo per l’apertura dell’esibizione. Per rimediare a ciò, gli artisti hanno reso a disposizione diversi telefoni con l’applicazione preinstallata in modo che i visitatori potessero sperimentarla. In aggiunta, essi hanno anche installato la app direttamente sui telefoni da un laptop. Molti visitatori senza l’applicazione hanno potuto osservare i cellulari delle persone mentre la utilizzavano.

Un quadro di Pollock aumentato per la mostra MoMAR. Immagine da giphy
Un quadro di Pollock aumentato per la mostra MoMAR. Immagine da giphy

Le operazioni in realtà aumentata sovrapposte ai dipinti sono le più disparate. L’installazione dell’artista Gabriel Barcia-Colombo ha trasformato il dipinto “White Light” di Pollock in un gioco interattivo, in cui piccoli scheletri si arrampicano velocemente su lati del dipinto, come fossero ragni.

L’opera di Barcia-Colombo dallo smartphone di un visitatore. image: MoMAR
L’opera di Barcia-Colombo dallo smartphone di un visitatore. image: MoMAR

I giocatori possono controllare una rota che gira al centro del dipinto per adattare la scala dell’immagine. “White Light” fu uno egli ultimi dipinti realizzati dall’artista prima della sua morte nel 1956, elemento chiave dell’opera sovrapposta in AR. Quando si perde, appare la ruota arcobaleno  tipica di Apple fra un testo rosso che recita “Painter’s Block!!!”.

 

Image: Mack DeGeurin
Image: Mack DeGeurin

I dipinti di Pollock funzionano particolarmente bene con la tecnica dell’AR, grazie al loro stile astratto irregolare.  L’opera di Barcia-Colombo dallo smartphone di un visitatore. image: MoMAR

“One: Number 12811912112811950, 2018” invece, l’opera AR creata da Damjanski, mostra una già animata che unisce i volti di Pollock e Ed Harris, l’attore che ha interpretato l’artista nel film a lui dedicato. Facendo ricerche sull’artista, Damjaski ha realizzato quanto poco gli spettatori possano riconoscere solo le figure storiche degli attori che le ritraggono nei film. Con questo “personaggio ibrido” Damjanski mette in discussione il valore della rappresentazione, indagando su realtà e finzione.

MoMAR. Image: Mack DeGeurin
MoMAR. Image: Mack DeGeurin

Fino ad ora il MoMA non ha reagito a questa azione di “Guerrilla art” da parte del collettivo. Il museo ha diverse guardie di sicurezza stazionate su ogni piano, che sono apparsi confuse osservando i visitatori usare l’applicazione, senza però fare nulla. Il lavoro di MoMAR ha aggiunto un ulteriore livello di digitalizzazione hakerando il lavoro preesistente del grande artista per rivelare il lavoro di artisti contemporanei che stanno sperimentando una nuova forma d’arte.

Il collettivo ha anche reso l’applicazione open source, per incoraggiare alla partecipazione, anche se hanno sottolineato quanto l’atto di aprire spazi al pubblico sia intrinsecamente contraddittorio.

Damjanski ha dichiarato che rilascerà un PDF didattico per consentire a chiunque di apportare modifiche, anche senza avere esperienza nella creazione di coding. Con questa operazione gli artisti vogliono dare la possibilità alle persone di mostrare i loro lavori in qualsiasi spazio fisico in tutto il mondo. Il sistema verrà spesso aggiornato, per poter essere reso il più semplice possibile.

image:MoMAR
image:MoMAR

Durante la creazione dell’applicazione il gruppo si è coordinato per mesi su internet, molti dei partecipanti non si erano ma incontrati prima. La scelta della sala di Jackson Pollock è dovuta a diversi motivi, ma principalmente perché i sette dipinti dell’artista cono pezzi permanenti al MoMA  e raramente vengono sportati. Questo concede agli artisti di creare degli spazi target per le loro opere visive AR, senza preoccuparsi che i dipinti vengano tolti, in più la stanza ha una panchina.

Chissà se un artista come Jackson Pollock, sia sovversivo che sensibile al successo, avrebbe apprezzato l’operazione. Damjanski pensa di sì. 

 

Fonti:

http://momar.gallery/
http://artribune.com/ 
https://vimeo.com/ 
https://motherboard.vice.com/